• on 12 Settembre 2021

Sacralità contemporanea. Alessandro Pessoli nei Chiostri di Sant’Eustorgio


ALESSANDRO PESSOLI, TESTA CRISTIANA
dal 15 settembre al 28 novembre 2021, a cura di Eva Fabbris.

di Virginia De Pamphilis

Su invito dei Chiostri di Sant’Eustorgio Alessandro Pessoli ha ideato un percorso espositivo con una quindicina di lavori realizzati in precedenza e opere concepite per questo contesto, per dialogare con i diversi spazi dei chiostri e con alcuni specifici elementi architettonici e d’arredo che li connotano.

Alessandro Pessoli, Testa Cristiana, 2018. Olio, inchiostro, candeggina, tempera, vernice a spray, pastelli ad olio. Courtesy: Collezione Privata, Italia. Foto: Roberto Marossi

La mostra si apre nella Sala Capitolare del Museo della Basilica di Sant’Eustorgio con alcune opere pittoriche prodotte tra il 2008 e il 2019; la Sacrestia e gli spazi antistanti alla Cappella Portinari ospitano opere concepite appositamente in dialogo con lo spazio. Nel Cimitero Paleocristiano una maiolica del 2008 introduce il tema del corpo, presentato in pezzi come nei reliquiari e nelle tombe in mezzo alle quali è esposta; la stessa indagine è proseguita da un’altra opera realizzata recentemente per questo luogo. L’esposizione prosegue nella sezione dedicata all’oreficeria e all’arredo liturgico del Museo Diocesano Carlo Maria Martini dove alla preziosa concentrazione del percorso museologico corrisponde la parte finale della mostra, con una serie di sculture di teste tra cui una ceramica pensata in relazione con il tondo in stucco policromo risalente alla metà del X secolo, raffigurante Sant’Ambrogio benedicente a mezzo busto conservata nel Museo.

Alessandro Pessoli, Testa che piange e sorride, 2008. Olio su tela. Courtesy: Collezione Sandra e Giancarlo Bonollo, Italia

L’occasione di esporre in un contesto di grande importanza per la storia e la cultura cristiana, per la storia dell’arte, nonché in parte tuttora connotato dall’attività liturgica, ha permesso a Pessoli di articolare un’esposizione che rifletta e racconti la sua concezione di sacralità, messa a confronto con il vivere contemporaneo, con la necessità di convivere con dolore e insicurezza.

Io carico di tensione l’immagine, perché voglio che sia espressiva, perché per me non è pacificata. È la realtà a essere difficile, anche violenta. Mi piacerebbe fare un lavoro sereno, senza drammi, ma amo eccitare le immagini per avere un riscontro. (…) ho utilizzato soggetti della tradizione iconografica cattolica proprio perché li trovavo difficili, capaci di opporre resistenza, e il tentativo di trovare un equilibrio diventava interessante.

Alessandro Pessoli in conversazione con Barbara Casavecchia.

Nella sua pratica l’artista utilizza regolarmente diversi medium, in particolare pittura e scultura, con una predilezione per la ceramica; il percorso espositivo pensato per Sant’Eustorgio testimonia la varietà di materiali e tecniche che caratterizza la sua produzione. Nelle opere di Pessoli ricorre la rappresentazione della figura umana, attraverso la quale affronta temi di carattere esistenziale: personaggi storici, iconografie classiche della storia dell’arte, immagini del quotidiano si mescolano in una ricostruzione del reale onirica, dolente, a tratti grottesca, mai scevra da una istintiva dimensione sentimentale. Nell’iconografia dell’artista l’elemento religioso entra in particolare dalla fine degli anni Duemila, con opere che riprendono temi e immagini della vita di Cristo. Ad esempio partecipa alla 53° Biennale di Venezia (2009) con una serie di disegni di soggetto religioso, e anche la sua mostra personale alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia nel 2011 è incentrata su una trilogia di grandi quadri che evocano alcune narrazioni del Nuovo Testamento. Quando il riferimento al sacro è meno diretto, la rappresentazione della vita emotiva e psichica dell’individuo è sempre al centro del suo fare.

Alessandro Pessoli, Martire delle Farfalle, 2020. Cartapesta, acciaio, legno, cera, lamiera, carta dipinta, peli di barba. Courtesy: l’artista e ZERO…, Milano

Nel corso della durata della mostra verrà pubblicato da Lenz Press (Milano) un catalogo riccamente illustrato con fotografie dell’allestimento, contenente testi di Eva Fabbris, Giuseppe Frangi, Nadia Righi e Alexis Vaillant e una conversazione tra l’artista Pier Paolo Campanini e Alessandro Pessoli.

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