• on 1 Giugno 2022

Museo Diocesano e Basilica: unico polo museale

Museo Diocesano e Sant’Eustorgio a Milano: percorso espositivo e Basilica in un viaggio multimediale.


Entro il 2026 il Museo Diocesano Carlo Maria Martini e il complesso monumentale di Sant’Eustorgio diventeranno un unico polo museale. Esperienza «immersiva» tra chiostri, basilica, cappella Portinari e cimitero paleocristiano.

Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini e il complesso monumentale di Sant’Eustorgio diventeranno un unico polo museale. La nuova istituzione culturale terrà insieme in un solo percorso collezioni d’arte, basilica, cappella Portinari e coinvolgerà anche la piazza. Per ora solo nella fase ideativa, il progetto è l’ultimo dei tanti in cantiere nella città per le Olimpiadi invernali del 2026.

Il progetto dello studio Rampello

La diocesi ha affidato l’ideazione del concept allo Studio Rampello & Partners che dopo la positiva esperienza di Expo 2015 ha curato anche il Padiglione Italia dell’Expo di Dubai, installazioni per il Fidenza Village e varie manifestazioni di moda e design. Modelli cui lo Studio sembra essersi ispirato anche per il nuovo museo. Tutti gli spazi — i due chiostri, la basilica, la cappella Portinari, il cimitero paleocristiano, la sala capitolare, la sacrestia storica e il museo — verranno infatti riorganizzati come una «esperienza immersiva» attraverso grandi schermi che lasceranno al visitatore un ricordo emotivo della visita.

La Milano imperiale romana

Nella prima sala Mediolanum il pubblico entrerà nelle strade della Milano romana, dal 313, anno dell’editto di Costantino, al 476; nella seconda installazione si potrà sedere nella sala comunale per un’immersione nella città fra il 476 e il 1464. Infine, un ultimo racconto videografico, dalla costruzione della Cappella Portinari fino all’inizio del XX secolo, si conclude con un maxischermo con immagini dal 1900 al 2001 quando il museo diocesano fu inaugurato dal cardinale Martini.

La piazza sarà ridisegnata con botteghe di prodotti enogastronomici, libreria, ristorante e un trani, la vecchia osteria così chiamata perché il vino veniva da Trani. «Il museo deve creare comunità. Questo diventerà un grande luogo vivo e di aggregazione della zona ticinese», ha spiegato Davide Rampello. E pazienza se la zona, a detta degli abitanti, è già fin troppo viva. «Con l’uso delle più sofisticate tecnologie digitali ricostruiremo la Milano capitale dell’Impero romano d’occidente fino all’anno dell’inaugurazione del museo diocesano».

Il rinnovamento del museo diocesano

Il nuovo complesso museale di Sant’Eustorgio sarà dunque uno spazio dedicato alla storia della chiesa ambrosiana e allo stesso tempo anche a quella di Milano e si inserisce a pieno titolo nel progetto di recupero della città romana su cui da anni sta lavorando la sovrintendente Antonella Ranaldi.

La decisione di lavorare sulla potenzialità del complesso di Sant’Eustorgio era già in nuce nell’originaria ideazione del museo, spiega monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura: «Questa è una nuova importante tappa nel percorso ultraventennale del museo diocesano: una storia che continua e un racconto che si arricchisce. Sarà un percorso che farà vedere la tradizione viva di una Chiesa in cammino. Cambia il mondo ma cambia anche la Chiesa. Come dice papa Francesco non possiamo vivere in autarchia e dunque siamo un soggetto che vuole arricchire la città e dare felicità a tutti».

L’arcivescovo Mario Delpini

Anche per l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, si tratta di un grande impegno per la diocesi: «Ma lo riteniamo fruttuoso per tutta la comunità ambrosiana, non soltanto per i cristiani. La pandemia ha messo in luce tante fragilità. Con questa impresa vorremmo contribuire a trovare nel racconto della Storia una rassicurazione sul cammino che ci aspetta. Vogliamo essere una comunità, non un coacervo di viandanti smarriti. Di cultura, bellezza, trascendenza abbiamo bisogno per poter continuare ad essere quel popolo ambrosiano laborioso e previdente, capace di guardare al futuro facendosi carico di ogni povertà che incontra, per immaginare un mondo inclusivo in cui tutti possano trovare motivi che sazino la nostra sete di felicità e di bene per tutti». L’iter è cominciato con la firma del protocollo d’intesa tra Arcidiocesi di Milano, Regione Lombardia, Comune di Milano e Istituto per il Credito Sportivo che parteciperà come advisor finanziario. Il costo è stimato in diversi milioni di euro e presto sarà designato l’architetto individuato «fra i più importanti che operano sulla piazza di Milano».

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