Vescovo Eustorgio e San Barnaba
Stava ancora in ginocchio il Vescovo guardando giù verso la città, quando sentì i suoi uomini gridare. Si volse Eustorgio verso il carro e vide che i buoi si erano fermati e sembravano non essere più in grado di proseguire, nonostante fossero pungolati dai conducenti.
Forse il carro si è impantanato in qualche avvallamento od in qualche rigagnolo, pensò il Vescovo, e si avvicinò al carro. Nessun avvallamento e nessun rigagnolo, la strada era pulita e levigata, come di rado avevano trovato lungo il viaggio, senza sassi ed ostruzioni di sorta, anzi anche un poco in discesa: eppure i buoi non erano in grado di proseguire.
“Eminenza bisogna mandare in città a prendere altri buoi… questi proprio non ce la fanno!” gridava il conducente.
“Non ce la fanno?” Si chiedeva il Vescovo.
Come hanno attraversato montagne, fiumi e torrenti ed ora, a due passi dalla meta, non ce la fanno più su una strada in discesa? Eustorgio era perplesso e non capiva questo mistero.
Poi, come colpito da un lampo, appena appoggiata la mano alla teca, capì! Non erano i buoi che non potevano proseguire. Il fatto era che carro era diventato talmente pesante che neppure con l’aiuto di tutti i buoi della città si sarebbe potuto spostarlo di un solo millimetro. Il luogo ove si erano fermati, era precisamente proprio il posto ove più di duecento cinquant’anni prima san Barnaba aveva iniziato a battezzare i primi cristiani milanesi.
Era il luogo ove i milanesi, attraverso san Barnaba, avevano incontrato per la prima volta Cristo, e lì i Tre Re Magi volevano fermarsi. I Re Magi si erano scelti da soli il luogo ove riposare, e così svanivano anche tutti i progetti sui quali il nostro Vescovo stava almanaccando da mesi.
Dato l’alt alla colonna, Eustorgio si gettò in ginocchio davanti al carro, e comunicò la notizia a tutto il suo seguito:
“Fratelli, inginocchiamoci davanti al volere di Dio. Questo è il luogo ove riposeranno per sempre le sacre Reliquie che abbiamo portato dall’Oriente. Loro, i Tre Re Magi, hanno scelto il posto ove riposare, ed a noi non resta che chinare il capo meravigliati. Qui dove tanti anni fa ha predicato la Parola di Dio san Barnaba, noi costruiremo una Chiesa che accoglierà le Reliquie e che, nei tempi, diventerà grande ed importante. Ad essa affluiranno nei secoli migliaia di fedeli che con animo pio si avvicineranno alle sacre Reliquie che noi abbiamo portato da tanto lontano. Amen”
E così fu fatto!
E’ in questo modo che le Reliquie dei Tre Re Magi sono arrivate a Milano. Sant’Eustorgio, appena costruita la Chiesa che le doveva accogliere, espresse il desiderio che, alla sua morte, venisse seppellito proprio in quella Chiesa. Cosa che avvenne puntualmente. I milanesi però, sempre un poco impertinenti, nel tempo hanno voluto cambiare nome ai Tre Re Magi, chiamandoli: Dionigi, Rustico ed Eleuterio.
La storia però delle Reliquie non termina qui perché nel 1162, il Barbarossa, in occasione dell’assedio e della distruzione della città di Milano, anche su istigazione del Vescovo di Colonia Rainaldo, che non vedeva l’ora di entrare in possesso delle preziose Reliquie, si diede da fare per scoprire il nascondiglio ove i milanesi le avevano nascoste e, una volta scopertolo, trafugò le stesse portandosele in Germania, precisamente nel Duomo di Colonia ove riposano tuttora.
Subito dopo la caduta del Barbarossa e nei secoli successivi, i milanesi, appoggiati da Re, Papi ed Imperatori, si diedero molto da fare per riavere il maltolto. Purtroppo senza alcun esito. Finalmente, e solo nel 1905, il cardinal Ferrari, l’allora Vescovo di Milano, riuscì ad ottenere dal collega di Colonia, la restituzione di una piccola parte delle Reliquie che ora riposano in un apposito reliquiario sempre all’interno della Basilica di Sant’Eustorgio.
Il grande sarcofago in pietra ove le Reliquie avevano riposato fino al 1162, pur essendo tuttora conservato in Chiesa, è ora completamente vuoto. Risultato di tutta la vicenda: gli abitanti di Colonia ce l’hanno a morte con i Milanesi che, secondo loro, hanno rubato un poco delle loro Reliquie!! Così va il mondo!
(tratto dalla pagina facebook di Franco Casati)