• on 18 Febbraio 2022

I RE MAGI A MILANO (prima parte)

Vescovo Eustorgio e l’Imperatrice Elena


Una mattina di primavera dell’anno del Signore 345 d.C., nel Broletto del Vescovo, precisamente proprio nell’anticamera dello studio del Vescovo Eustorgio, è seduto un Messo imperiale: deve consegnare un messaggio dell’Imperatrice Elena, madre dell’Imperatore Costantino..

Per consegnare il plico questo Messo si è dovuto sobbarcare tutto il viaggio da Costantinopoli, la nuova città dell’Imperatore e capitale dell’impero di Oriente, fino a Milano capitale dell’impero di Occidente. Ora aspetta che il Vescovo Eustorgio termini le sacre funzioni nella vicina chiesa, poi dedicata a Santa Tecla, per poter consegnare il messaggio e ritornare quindi con la risposta a Costantinopoli. Finalmente il Vescovo, accompagnato da alcuni prelati, arriva e fa accomodare il Messo nel suo studiolo, pregando il suo piccolo seguito di attendere fuori.

Eustorgio vuole leggere il messaggio dell’imperatrice da solo.

Sono di fatto passati solo pochi anni dalla proclamazione dell’Editto di Milano con il quale l’Imperatore aveva praticamente posto fine alla lunga epoca delle persecuzioni religiose contro i cristiani ed ancora erano ben presenti nell’animo dei fedeli le paure e gli incubi di quel lungo e terribile periodo. Dunque Eustorgio, che pur ben conosce la fede dell’Imperatrice, con animo un poco turbato, vuole leggere da solo il suo messaggio prima di renderlo pubblico.

Sta di fatto però che, appena rotto il sigillo imperiale e lette poche parole, il volto del Vescovo si apre ad un sorriso gioioso. Di certo il messaggio dell’Imperatrice non porta brutte notizie, ed Eustorgio ansioso di far partecipi della sua gioia anche gli altri, invita ad entrare nel suo studio i prelati che aveva pregato di attendere fuori:

“Fratelli, sono arrivate buone notizie dall’Imperatrice, ed io voglio leggerle con voi, e gioire con voi delle novità di cui la madre del nostro Imperatore ci vuole fare partecipi”

E qui il Vescovo da lettura, in un crescendo di gioia e di stupore, delle parole vergate di sua propria mano dall’Imperatrice. Essendo il messaggio stilato in latino, ci siamo permessi di tradurlo e di riassumerlo qui in poche righe. La futura Sant’Elena comunicava al Vescovo di Milano di aver rinvenuto in Asia Minore le sepolture dei Tre Re Magi nonché di essere intenzionata a far dono delle Sacre Reliquie alla sua amata città di Milano.

Dunque che Eustorgio si preparasse a partire al più presto per Costantinopoli per ricevere dalle sue mani le Sacre Reliquie e ricondurle a Milano. Il giorno dopo durante l’omelia in Chiesa, Eustorgio da notizia del grande avvenimento a tutta la popolazione e così la città di Milano si prepara a ricevere con i dovuti onori il grande Dono dell’Imperatrice.

Parte dunque Eustorgio con il suo seguito per Costantinopoli ed una volta lì giunto , nel corso di una fastosa e solenne cerimonia celebrata nella Chiesa di santa Sofia che Costantino ha appena iniziato a costruire , il Vescovo di Milano riceve, dalle mani della stessa Imperatrice , le Reliquie dei Tre Re Magi poste per l’occasione in un prezioso e pesante reliquiario.Certo che gli occhi del nostro santo Vescovo dovevano brillare di gioia mentre, con mano tremante, accarezzava la teca preziosa di per se ma, soprattutto, preziosa per il suo contenuto.

Fatto allestire un grande carro, al quale vengono aggiogati tre pariglie di buoi bianchi, Eustorgio vi adagia il Reliquiario, per poi ripartire in fretta per il lungo viaggio verso l’Italia e Milano. Il Vescovo non vedeva l’ora di poter mostrare le Reliquie ai suoi fedeli e, già da giorni, andava rimuginando un suo pensiero circa la sistemazione delle stesse una volta raggiunta Milano.

E fu davvero lungo e periglioso il viaggio del Vescovo, preoccupato più che mai di salvaguardare da ogni pericolo il grande tesoro,Concluso senza particolari incidenti la prima parte del viaggio con la traversata del mare dal Bosforo alle coste italiane , ecco che i pericoli maggiori iniziano proprio appena toccato il suolo italiano in quel dell’Apulia.

Nella grande ed intricata foresta che si stendeva a sud della penisola del Gargano, il convoglio di Eustorgio viene attaccato da un branco di lupi affamati, con a capo un grosso lupo fulvo. Questi lupi riescono, nonostante la strenua difesa messa in campo dai soldati milanesi che accompagnano il Vescovo, ad uccidere uno dei buoi aggiogati al carro. Eustorgio però non si da per vinto e, raccoltosi prima in preghiera davanti a reliquiario, riesce ad ammansire il grosso capo branco che viene poi, dallo stesso Eustorgio, aggiogato al carro al posto del bue ucciso, in modo che la spedizione possa proseguire il suo cammino.

Questo fatto è ricordato da un bassorilievo conservato in Basilica.

Ed il lungo cammino per raggiungere Milano prosegue infatti.Più di tre mesi durò il cammino, per arrivare un giorno, superate le ultime montagne, in vista della pianura solcata dai grandi fiumi. La grande pianura che doveva accompagnarli fino a Milano. Giunto in vista della città, Eustorgio si sciolse in lacrime, finalmente il suo viaggio era terminato, finalmente avrebbe rivisto la sua Chiesa ed i suoi fedeli, finalmente avrebbe potuto condividere con loro la sua grande gioia.

(tratto dalla pagina facebook di Franco Casati)

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