Nell’Itinerarium Salisburgense, una guida ai corpi santi di Milano, redatta tra il VII e VIII secolo, è segnalata la sepoltura in Sant’Eustorgio di un vescovo al quale è stato dato l’appellativo di confessor: Magno.
L’unica fonte possibile è un’iscrizione, oggi perduta, che fu trascritta già alla fine del XIII secolo. Non si tratta di un’epigrafe vera e propria ma di un testo celebrativo, composto e riportato su pietra successivamente per promuoverne il culto.
Nel testo vengono citate le qualità morali di Magno: umiltà, fede e soprattutto carità.
Vi è anche un accenno ad alcuni prigionieri riscattati:“Magno per virtù, ruolo, meriti e nome, anche per l’aspetto, specchio, luce e immagine di Dio, risplendette insigne, arricchito dal dono divino, amando Dio sempre con tutte le forze; egli cui speranza certa fu Dio, seppe non essere reso insolente dagli eventi lieti, né annientato dai tristi; pronto a prestare la mano agli infermi, a vestire gli ignudi, a sgravare dal pesante giogo i colli dei prigionieri; sostenne i premi promessi del grande regno, sopraffando le grandi armi del suo nemico”.
Magno è raffigurato in un affresco del XVI secolo collocato nel coro di Sant’Eustorgio.