Scrive fra Bonvesin de la Riva nei suoi atti queste parole:
“La più grande ed umiliante offesa recata a Milano”
A che cosa si riferiva il nostro concittadino con queste parole?
Si riferiva precisamente al trafugamento delle Reliquie dei Re Magi, già conservate nella Basilica di sant’Eustorgio, da parte del Barbarossa, su istigazione del Vescovo di Colonia, durante la distruzione di Milano succeduta all’assedio del 1162.
Le parole scritte dal Bonvesin datano a circa un secolo dopo il grave misfatto.
Ho voluto iniziare con questa citazione la storia sulla Basilica di Sant’Eustorgio perché la Basilica costituiva, e parzialmente costituisce ancora, la casa milanese dei Re Magi.
Oggi parleremo della Basilica di Sant’Eustorgio e quindi occorre partire dal principio e chiarire chi era Eustorgio, il titolare della bella e famosa Basilica di Porta Ticinese.
Eustorgio è il nono Vescovo di Milano durante la metà circa del quarto secolo dopo Cristo, precisamente dal 344 al 350, e viene chiamato da Sant’Ambrogio, che lo sostituirà nella medesima carica una trentina di anni dopo, “Confessore”, per la sua opera di difesa della fede cattolica contro l’eresia ariana, nel Concilio che si tenne proprio a Milano nello stesso periodo in cui Eustorgio era Vescovo della città.
In effetti i Concili indetti da Eustorgio a Milano, durante il suo Episcopato, furono due e sempre per combattere l’eresia di prete Ario di Alessandria d’Egitto. L’arianesimo in effetti fu una grave piaga dell’epoca e lo troviamo presente anche sotto il Vescovo Dionigi, successore di Eustorgio ed ancora vivo ai tempi di Sant’Ambrogio tanto che la tradizione vuole che , proprio sotto l’Episcopato di Ambrogio, si arrivasse alla famosa battaglia presso piazza Santo Stefano tra ariani e cattolici, battaglia che ha poi ha dato il via alla famosa tradizione della “Ruota di Sangue” che abbiamo raccontato in altra parte e che ha dato nome alla Chiesa che esiste sulla piazza: Sancto Stefano ad Rotam Sanguinis.
Ed è proprio Sant’Ambrogio che, rispondendo ad una lettera dell’Imperatore (Teodosio) che lo invitava a cedere una delle Basiliche milanesi agli ariani, rifiuta categoricamente l’invito dicendo : “Lungi da me tradire l’eredità dei Padri”, citando proprio tra questi Padri il suo predecessore Eustorgio.
Ma come nasce questa Basilica?
Di fatto bisogna dire che la Basilica di Sant’Eustorgio nasce sopra una necropoli romana., e nasce proprio nei primissimi secoli dell’era cristiana, e quindi si può dire che sia vecchia quasi quanto San Lorenzo.
Bisogna sapere che, secondo le leggi romane, i defunti dovevano essere inumati fuori dalle mura della città. E si sa che a Milano esistevano parecchi cimiteri fuori dalle mura romane. Di nessuno tuttavia è arrivata traccia fino a noi, tranne del cimitero di Sant’Eustorgio. Infatti gli scavi eseguiti a metà circa del secolo scorso sotto la Basilica hanno riportato alla luce diverse sepolture sia pagane che cristiane. Che si tratti di tombe dell’epoca romana si evince dalle diverse lapidi incise che riportano precisi riferimenti temporali.
Addirittura una di queste lapidi, che si rimanda al sesto secolo, riferisce una storia veramente unica.
Si parla di un enorme sarcofago di pietra fatto costruire dall’imperatore per la propria sepoltura (probabilmente l’imperatore Costanzo) e che tuttavia, a causa del suo enorme peso, fu impossibile da trasportare tanto che venne regalato al Vescovo Eustorgio. Con l’aiuto del Signore e di qualche debole vacca il sarcofago venne trasportato dove si voleva ed in esso troveranno riposo i resti del Vescovo stesso.
A narrare questa vicenda è anche un capitello conservato in Basilica. A dire tutta la verità la storia del sarcofago tanto pesante da diventare intrasportabile, venne attribuita, forse erroneamente, anche alla storia dell’arca che trasportava le Reliquie dei Re Magi, come vedremo più avanti.
Sta di fatto comunque che sicuramente il Vescovo Eustorgio ebbe una sepoltura degna, così come la ebbero gli altri Vescovi dell’epoca: Dionigi, Ambrogio, Simpliciano ed Eusebio, in quanto furono tutti oggetto di culto da parte della popolazione cristiana milanese sin dai secoli quinto e sesto, cioè quelli appena successivi alla loro morte.
In effetti gli scavi archeologici effettuati sotto la basilica hanno portato alla luce due celle ove sono custoditi due pesanti sarcofagi. Si pensa che il primo sarcofago sia proprio quello della prima sepoltura del santo Vescovo, cioè quello della storia riportata dalla lapide già citata, e che invece il secondo, posto proprio sotto l’Altar Maggiore della Basilica , sia quello della sua definitiva sepoltura quando venne ufficializzato il culto nei confronti della sua persona in epoca successiva. Ne parleremo più avanti…
(tratto dalla pagina facebook di Franco Casati)