A fare un censimento delle sepolture e delle opere d’arte, delle lapidi e delle epigrafi, in Sant’Eustorgio si dedicò il domenicano Giuseppe Allegranza (1713 – 1785), che nella nostra chiesa prese i voti sacerdotali e vi concluse come priore la sua carriera ecclesiastica.
Maestro di filosofia e teologia, era un appassionato archeologo e con impegno ed erudizione studiò e classificò tutti i cimeli contenuti nelle antiche chiese milanesi, allargando le sue ricerche anche in altre città lombarde, a Chieti, Roma e Napoli, in Liguria, Piemonte e Sicilia, al Sud della Francia e persino a Malta.
Il tempo, le distruzioni e le ristrutturazioni hanno cancellato la maggior parte di quei cimeli ed è solo grazie alla sua catalogazione che possiamo immaginare come si presentavano quelle chiese nel tardo Medioevo. La pubblicazione dei suoi lavori gli diede un’ampia fama e nel 1770 venne nominato da Maria Teresa d’Austria bibliotecario della Braidense di Milano, la prima biblioteca ad uso pubblico che in quell’anno veniva istituita dalla lungimirante imperatrice.